Cacio di nonno Nino di Montalto di Castro
Formaggio grasso, da tavola o da grattugia, lasciato stagionare da 60 giorni a 6 mesi, a pasta cruda, semidura; prodotto con latte ovino, intero e crudo. Ha forma cilindrica con superficie che reca i segni del canestro usato per la formatura; facce piane e scalzo diritto, entrambi di dimensioni variabili, con pezzatura da 4÷5 Kg. La crosta è sottile, semidura, di colore ocra o grigiastra, untuosa per il trattamento con olio extra vergine di oliva e spazzolata per asportare le muffe in eccesso; la pasta è abbastanza dura, granulosa, con presenza di occhiatura, di colore giallo paglierino o dorato. Il sapore è ricco, deciso, pizzichino e con aromi e profumi variabili in base alla stagione e all’alimentazione delle pecore. Si degusta in purezza, ma viene anche utilizzato nella gastronomia e nella cucina locale. Un abbinamento tipico è con i vini della DOC Colli Etruschi Viterbesi o Tuscia: a stagionatura breve si abbina a vini bianchi anche abbastanza aromatici (es. da vitigni di Procanico, Malvasia del Lazio, Grechetto, Moscato bianco, localmente detto Moscatello, …); se stagionato, sono più indicati vini rossi di corpo in grado di sostenere le note piccanti e saporite del formaggio (es. da vitigni di Montepulciano, localmente detto Violone, Sangiovese, Grechetto rosso, localmente detto Greghetto, Canaiolo nero, localmente detto Canaiolo, Merlot, …)
Italia
Latte, Sale
Pasta cruda
Lazio
Pecora
Pasta semidura
Capretto
Viterbo
Crudo
Intero
Semistagionato
Presamica
Formaggio
Grasso
Trattata