Sicilia
Ricotta di pecora
Preparazione casearia magra, freschissima, ottenuta dal siero residuo della caseificazione di formaggio da latte ovino di razze varie (con possibile aggiunta di latte di pecora). È prodotta nell’intero territorio della regione Sicilia, nelle zone di produzione del Pecorino. Ha forma tronco-conica determinata dalle fuscelle o canestri in cui viene formata, che ne rigano la superficie, di dimensioni variabili, con facce più o meno piane e regolari di diametro 20 cm, scalzo leggermente obliquo di 30 cm e peso di circa 1,5 Kg. Si consuma ancora calda, o fino a qualche giorno dopo la produzione. È priva di crosta; pasta avorio o giallo paglierino, cremosa o finemente granulosa, abbastanza umida, poco compatta, con possibili discontinuità di origine meccanica, abbastanza solubile; sapore delicato, dolce, leggermente salato per l’aggiunta di sale durante la cottura del siero); odore/aroma, con persistenza bassa, che evidenzia riconoscimenti di tipo lattico cotto (siero “dolce”) e leggere note animali (vello di pecora). Gastronomicamente è un prodotto versatile che può essere consumato “tal quale” come colazione, buona e nutriente (pane, ricotta e miele), o come gustoso antipasto (una ricottina, due fette di prosciutto crudo, un paio di crostini con origano, olio EVO e un pomodoro a fette); oppure “in cucina” per insaporire e dare cremosità a paste asciutte, come base per ripieno di paste farcite o di torte salate, oppure ancora per preparare crema per farcire dolci “golosi” (torte farcite, cassate, cannoli, frittelle ripiene, etc.). Per un consumo “tal quale” di questo prodotto sono consigliati vini bianchi giovani, abbastanza morbidi, mediamente caldi, facilmente reperibili fra quelli dei numerosi vitigni prodotti nella regione (es. fra i tradizionali: Grillo, Inzolia, Zibibbo, Catarratto, Carricante, oppure come Grecanico, Chardonnay, Viognier, Fiano, Trebbiano, Moscato Bianco, …).